Gruppo Montagna Fiume
Veneto
ESCURSIONI
Escursioni
estate 2019
Percorso turistico T
Senza particolari difficoltà
F
Difficoltà Escursionistica E
Diff. Escursionistica Esperti
EE
Diff.Escursionistica Esperti Attrezzata EEA
Escursione in ambiente innevato EAI
(Dolomiti Occidentali)
Una gita per tutti: una notte in malga e la scoperta della geologia delle Dolomiti!
Il Bletterbach o “Rio delle Foglie” è un canyon dell'Alto Adige/Sud Tirolo che si trova ai piedi del Corno Bianco, nei pressi del paese di Aldino. È la più grande gola della provincia di Bolzano. Questo canyon è molto interessante dal punto di vista geologico, in quanto si ha la possibilità di osservare la struttura stratigrafica pressoché completa dell'area dolomitica a partire dal basamento vulcanico fino alla dolomia principale. Lungo il percorso si possono ben distinguere i diversi strati, sovrapposti l'uno all'altro, i quali contengono moltissime tracce di locomozione di rettili del permiano e reperti fossili permiani e triassici. Nel XVI° secolo il Bletterbach era principalmente legato all'industria mineraria. I minatori, infatti, in cerca di rame scavavano cunicoli negli strati più profondi della pietra arenaria, senza però grande successo. Oggi la gola del Bletterbach è percorsa da turisti e visitatori, ma è anche un sito molto studiato dai geologi, che dagli anni '40, a partire da Piero Leonardi, docente dell'Università di Ferrara, eseguono ricerche nella forra. L'anfiteatro geologico del Bletterbach è raggiungibile solo a piedi da Aldino o dalla frazione di Redagno (Radein). La forra è il risultato della disgregazione e dell’erosione prodotta dagli agenti atmosferici: a partire dalla fine dell’ultima era glaciale, avvenuta circa 15.000 anni fa,il Bletterbach ha scavato una incisione profonda 400 metri e lunga 8 km mettendo in luce strato dopo strato le formazioni rocciose e trasportando nella Valle dell’Adige miliardi di tonnellate di detriti. A differenza di altre zone delle alpi, nel GEOPARC Bletterbach i vari strati geologici sono integri e visibili esattamente come erano stati depositati, fornendo informazioni importanti sul clima e le condizioni di vita sulla terra 250 milioni di anni fa, e permettendo di intraprendere un emozionante viaggio nel tempo, nel quale scienziati, escursionisti appassionati di geologia e famiglie interessate alla natura possono sfogliare come un libro aperto più di 40 milioni di anni della storia della terra.
Avvicinamento:
Raggiunto e superato il passo San
Pellegrino, scendiamo in Val di Fiemme e la percorriamo fino a Cavalese. Dal
centro del paese saliamo verso il passo Lavazzè: appena raggiuntolo,
proseguiamo verso il vicino passo di Oclini (Jochgrimm, m. 1989). Qui
lasceremo le auto.
Primo giorno:
dal passo di Oclini si può salire
in circa 1 ora alla facile e panoramica cima del
Corno Bianco (m. 2317,
dislivello m. 330, difficoltà E), oppure si può raggiungere la cima del
Corno Nero (m. 2420,
dislivello m. 440, difficoltà EE, ore 2.00 circa). In entrambi i casi si
ridiscende al passo dal quale, per una comoda carrareccia chiusa al
traffico, si raggiungerà la tipica, vecchia, rustica malga Gurndin/Corandin
(m. 1948 – ore 0.20), dove ceneremo e pernotteremo.
Secondo giorno:
Ritornati al passo di Oclini, spostiamo le macchine tornando verso Cavalese
ma, prima di raggiungerlo, seguiamo la strada per il passo di Lugano: subito
dopo questo si gira a destra salendo alla frazione di Redagno/Radein. Qui
effettueremo le operazioni di biglietteria (verrà fornito un caschetto a chi
ne è sprovvisto) e potremo anche visitare il piccolo
GEOMUSEO. Entrati quindi nella forra utilizzeremo i depliants e i cartelli didattici per godere al
meglio di questo sito geologico. Saranno da superare piccoli dislivelli,
corsi d’acqua e ponticelli.
Facoltativo: con un supplemento di prezzo si potrà usufruire di una guida con un
gruppo minimo di 10 persone.
Dal Centro Visite di Redagno/Radein (m. 1556) si segue il segnavia n. 3/E5
e, attraversata una zona di prati e boschetti, si entra nella forra.
Seguendo il percorso guidato si vedranno gli affioramenti di arenarie e
porfido che sono le fondamenta della dolomia, l’antica miniera Taulenbeck,
le strutture contenenti fossili, il camino vulcanico del Butterlock dove c’è
una cascata; si salirà fino alla sorgente del Bletter, sotto il Corno
Bianco. Fra andata e ritorno ci sono delle varianti: il percorso più lungo
prevede la durata di circa 5 ore
a velocità turistica e 550 metri di dislivello totali.
[Pranzo al sacco]
Alternativa per i più “sportivi”:
chi nel primo giorno era salito sul Corno Nero, può salire al Corno Bianco
la domenica mattina e scendere dalla cima verso uno degli imbocchi alti del
Bletterback per il sentiero “W“, ricongiungendosi con il gruppo all’interno
della forra.
Equipaggiamento:
scarponi,
giacca a vento, berretto,
viveri, zaino, saccoletto e
ciabatte.
Obbligatorio caschetto per la
forra (che può essere ritirato al momento dell’entrata nella forra) |
Partenza con mezzi propri
sabato 24 agosto alle
ore 7.00
dal Parcheggio del Palazzetto dello Sport
di Fiume Veneto |
||
ISCRIZIONE OBBLIGATORIA
Info:
Cellulare GMFV
333 9147412 |
Domenica |
Sabato |
Domenica |
Difficoltà:
Dislivello:
Tempo totale:
Note: |
E
m. 330 circa
ore 2.00 c.a
|
F
m. 550 circa
ore 5.00 c.a
(caschetto) |