Gruppo Montagna Fiume Veneto


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estate 2019


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Percorso turistico                      T

Senza particolari difficoltà     F

Difficoltà Escursionistica         E

Diff. Escursionistica Esperti   EE

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domenica 22 settembre 2019
Monte Quaternà (m. 2503)
Costa Spina – Col Rossòn (m. 2305)

(Alpi Carniche Occidentali)

La dorsale vulcanica che divide la Cresta Carnica Occidentale dalle Dolomiti di Sesto

L’ escursione proposta ci porta nell’alta Val Comelico alle pendici del Col Quaternà, il cui nome deriva dal termine medievale “colturnà” che significa colle turrito. Il Col Quaternà è interessante dal punto di vista geologico in quanto è un vecchio camino vulcanico, formato da una roccia più resistente rispetto a quella che lo circonda, e che il tempo ha smantellato lasciando la testimonianza del solo camino centrale. Le rocce rosse del Col Rosson sono invece arenarie di val Gardena, una formazione che risale al paleozoico. Il Monte Quaternà  e la dorsale della Costa Spina costituiscono un ambiente suggestivo formatosi in svariati milioni di anni per una straordinaria successione di eventi eruttivi. Le sue rocce vulcaniche e la forma piramidale, dal punto di vista geologico non trova in zona termine di paragone: antico cammino vulcanico da tempo inattivo, esso sorge al margine della Regione Dolomitica. Il comodo sentiero che da Malga Rinfreddo sale al Monte Quaternà è contornato da rocce metamorfiche che costituiscono il basamento cristallino delle rocce dolomitiche e sono state messe in affioramento qui, ai margini delle Dolomiti, per effetto delle spinte tettoniche particolarmente intense lungo la cosiddetta Linea tettonica della Val Pusteria dove appaiono intensamente ripiegate e fratturate. Il sentiero interseca i conoidi detritici che circondano il Monte Quaternà: si tratta di depositi piroclastici basali formatisi durante la successione di esplosioni che hanno accompagnato la formazione dell'edificio vulcanico. Il materiale eiettato era formato da brandelli lavici non ancora consolidati, lapilli, bombe e ceneri. Il materiale ricaduto sulle pendici del cono vulcanico è stato sottoposto nell'arco di svariati milioni di anni all'azione delle forze erosive naturali che hanno dato forma ai conoidi detritici attuali. Per la sua collocazione il monte è stato teatro di scontri durante la Grande Guerra. 

Avvicinamento: raggiunto Santo Stefano di Cadore, proseguiamo per il Passo di Monte Croce Comelico. Poco prima di questo, a destra una stretta strada asfaltata porta alle malghe Coltrondo e Rinfreddo. Se si parcheggia negli spazi della prima, si raggiunge la seconda in 15 minuti.

Percorso comune: dalla malga Rinfreddo (m. 1887) si prosegue per carrareccia (segnavia CAI 149) fino al bivio “La Ponta” (m. 2053). Si prosegue per segnavia CAI 173 che con facili tornanti porta alla Sella del Quaternà (m. 2379 – ore 1.30), dove i due gruppi si divideranno.

Gruppo A.  Monte Quaternà. Dalla sella si sale faticosamente un evidente sentierino, a tratti franoso, che sale a stretti tornanti, in mezzo a resti di trincee, fino a sbucare sulla cima, sotto la grande croce di vetta (ore 0.20 dalla sella). Dalla sommità, sede durante la Grande Guerra di un osservatorio italiano d'artiglieria, si gode uno splendido panorama a 360°: a ovest Padola, il gruppo del Popera, Croda Rossa di Sesto, Tre Scarperi e a est i Frugnoni, il Cavallino, il Palombino, le Crode di Longerin. Dopo la meritata sosta, si ridiscende alla sella e si prosegue verso sud mantenendosi sulla cresta arrotondata della Costa Spina, camminando sopra un terreno di rocce sciolte, fino a raggiungere gli amici del gruppo B. Facoltativa la salita al Col Rosson. 

Gruppo B. Costa Spina e Col Rosson. Poco prima di raggiungere la Sella del Quaternà si sale per erbe sulla larga cresta che congiunge il Quaternà stesso al moderato ma lungo rilievo della Spina, fin sopra l’abitato di Casamazzagno. Tutta la dorsale è costellata di trincee che guardano verso la cresta carnica, presidiata dalle truppe austro-ungariche durante la Grande Guerra. Mentre si avanza nel contrasto del verde chiaro dell’erba con il colore rossastro delle rocce, lo sguardo si volge alternativamente a destra, attratto dal bianco-rosa delle vette dolomitiche, e a sinistra, colpito dalle pendici color verde-scuro della cresta carnica di confine. A sud, davanti a noi, si stagliano i contorni dei Longerin, dei Brentoni, del Peralba. Si giunge così alla base del Col Rosson, piccola piramide posta a metà della cresta della Spina. Chi vuole fa un ultimo sforzo e raggiunge la modesta croce che fa da sentinella sopra i pascoli della Val Digòn e della val Pàdola.

 Discesa: riuniti i due gruppi, torneremo verso la malga Rinfreddo per il sentiero CAI 148, parallelo alla cresta appena percorsa.

 Partenza: ore 6.30 dal Parcheggio del Palazzetto dello Sport di Fiume Veneto con mezzi propri

 

Equipaggiamento: scarponi, giacca a vento, berretto,viveri, zaino.

Info:  Cellulare GMFV    333 9147412

Gruppo A Gruppo B

Difficoltà:


Dislivello:        

Tempo complessivo:

E

m. 650

6 h circa

E

m. 430

 5 h circa